Definizione impropria e riduttiva riferita alla parte molle-legamentosa più profonda che non tiene conto dei muscoli-motori. La capsula articolare va in atrofia solo in mancanza assoluta di movimento o di una sua parte. Quando c’è dolore il muscolo perde forza, funzionalità ed elasticità.

Il blocco può avvenire in tempi lunghi con piccoli peggioramenti a volte impercettibili (1-2 anni). Il blocco in tempi brevi per traumi, interventi, immobilizzazioni. Tutte le spalle con problemi, se non risolti, nel tempo possono evolvere in “capsuliti” più o meno funzionali

Come si presenta: flessione inf.  60/80°, abduzione inf. 60/80°, blocco scapolo-omerale con evidente inspessimento sulla cuffia dei rotatori in abduzione e inserzionali delle parti molli tutto intorno all’acromion. Al posto dello sfondato post-lat-ant. sottonacromianale i tessuti stratificati poco deformabili e poco distinguibili dagli accorciamenti di quasi tutti i gruppi muscolari interessati, trapezio-deltoide-grandorsale-pettorale-bicipite-tricipite e soprattutto extrarotatori e intrarotatori,

La parte ascellare meno accessibile per il ridotto RON ospita la parte più accorciata e profonda del pettorale (cerniera anteriore) e del grandorsale (cerniera posteriore)

Il deltoide è così compatto e fibroso da far partire impaccio-dolore-scariche anche alle richieste di semplice, elementare movimento (movimenti istintivi veloci provocano reazioni nevralgiche dolorose intense persistenti)

Il “dolore riferito” del paziente non a caso è sulla “punta” della spalla acromion-cuffia (ant.-post.) – sul deltoide lat.- inserzionale  fino giù al gomito, a volte anche dal sottospinoso-rotondo fino al laterale-post. braccio.

I comparti o gruppi muscolari condizionati da tale destrutturazione sono numerosi e spesso non permettono neanche di trovare posizioni e posture per un minimo riposo in assenza di dolore

Con una situazione così bloccata e un microcircolo così rallentato e alterato anche i fans aiutano poco. La notte è un incubo, alcuni non riescono a posizionarsi, sdraiarsi, riposano semisdraiati o seduti in poltrona

Nella storia cronologica della capsulite raramente si riscontreranno terapie manuali puntuali (al bisogno) ed efficaci. Verranno riferiti ritardi eccessivi per visite-indagini-controlli-terapie inutili-kinesi inadeguate colpevoli dilatatori dei tempi e dei danni.

Il paziente  spesso rimanda visite e controlli sperando nella soluzione o aiuto temporale.

Il sentire manuale, la resistenza al trattamento e i tempi  di recupero sono gli stessi di una “algodistrofia”, o meglio “sindrome complessa del dolore regionale” dove vengono riscontrate azione nocicettiva vasale – stimolo doloroso – iperattività simpatica –vasocostrizione arteriolare e dilatazione venulare – stasi capillare – edema – ipossiatissutale – osteoporosi, decalcificazione.

La durata della sindrome, che può diventare irreversibile, è proporzionale al grado di severità della deficienza funzionale. Quindi  l’intervento riabilitativo sarà condizionato  dall’arco di tempo in cui il blocco dolore  si è manifestato senza trovare soluzioni.

Il trattamento deve essere il più precoce possibile con “fans” a dosi piene  – corticosteroidi – bifosfonati (1-3 mesi) – terapia manuale per drenare, vascolarizzare, elasticizzare la massa muscolare ipotrofica.

La terapia manuale completa che riesce ad accedere ad ogni gruppo muscolare e ad ogni zona da rimodellare, deve alternare a rotazione le parti da trattare con frequenze corrette per permetterne la ripetizione quasi settimanale sui muscoli più strategici fino alla conquista graduale delle ampiezze (non più massimali), soprattutto delle rotazioni che dovrebbero garantire l’acquisizione stabile del risultato funzionale: qualche limite è pur sempre accettabile soprattutto dopo tanto dolore.

Il paziente ideale per ottenere un recupero quasi completo deve essere asciutto, tonico e soprattutto con soglia dolore alta. Nel caso si raggiunga l’extrarotazione quasi completa in posizione prona, diventa evidente la posizione non lateralizzata, ma bloccata sul piano toracico orizzontale della scapola. La causa probabile è dovuta quasi certamente all’accorciamento persistente del sottoscapolare, unico muscolo inaccessibile nella terapia manuale muscolare.

L’unica possibilità per verificare se c’è margine di recupero è la manipolazione forzata-graduale della stessa scapola in direzione laterale e la pressione intensa perpendicolare su tutta lo scapolo-omerale.

Per una brutta capsulite sono necessari 3/4 cicli di 10 sedute con frequenza bisettimanale.

1° ciclo trisettimanale

2° ciclo bisettimanale

3° ciclo ogni 4/5 giorni

4° ciclo ogni 4 settimane

5/ 6 mesi di trattamento