La manovra è un concentrato di meccanicità, perché deve tener conto delle lunghezze, degli accorciamenti delle posture per poter avere a disposizione direzioni corrette, piani stabili sui quali scaricare con perpendicolarità, gradualità, potenza ed efficacia tutta l’energia pressoria dei solidali pollici.

La manipolazione è un unico taglio di compressione, affondo, spostamento stiramento al limite della lacerazione dei piani più profondi fino a sentire e valutare i pochi millimetri che la separano dalla parte inserzionale e d’origine.

Avendo una direzione trasversale al muscolo, andrà eseguita nelle due direzioni differenziando nettamente le sensazioni nella maggior parte dei gruppi: una  di scivolamento, stiramento, l’altra di resistenza, compressione.

Se la prima è più sopportabile, la seconda metterà a dura prova la soglia dolore del paziente.Tutto ciò naturalmente può eseguirsi solo con oli dalla minima viscosità e assorbimento.

Possiamo descrivere l’approccio ad un muscolo ipotrofico: man mano che si procede con la manipolazione neuropropriocettiva ( M.N.P.), si sente che lentamente il muscolo si sposta e si allontana sempre più dalla diafisi sia medialmente che lateralmente con un solo scatto, spostamento, rumore sordo, accavallamento; a tutto questo corrisponde, quasi subito, un attività muscolare più  visibile e più tonica.  Successivamente lo spostamento del muscolo diventa così evidente che consente di farsi tagliare, deformare, stirare: più si distorce, più ti fa sentire che gli scatti  si sono moltiplicati, ma sono meno intensi.

Ho ottenuto più fascicoli che scivolano gli uni sugli altri regalandoci sempre  più volume e naturalmente più tono muscolare. Quando quest’ultimi, a forza di essere manipolati, sollecitati, diventeranno  ancora più sottili, daranno l’impressione di sentire un muscolo più omogeneo, più vascolarizzato, quasi ripristinato nella sua fascicolazione.  L’elasticità sarà tale da permetterci di affondare il taglio-trazione fino a raggiungere la parte più profonda inserzionale e d’origine,  sentendo la parte ossea o articolare (Manipolazione Inserzionale Assiale).

In questa  fase di avvicinamento alla parte scheletrica, la manovra assumerà un taglio più lungo, più frequente, più veloce,  molto più “dinamico”. Sono queste ultime peculiarità a farci cogliere e costruire nella nostra mente e in quella del paziente le immagini da interfacciare  del cambiamento o del residuo della parte più profonda (D.I.M.Dinamic ji