Nel post-operatorio il dolore prodotto da edema osseo,  tissutale, cicatriziale,sintesi, deve essere controllato da antidolorifici e dove possibile anche  antinfiammatori, perché più intenso, più la“soglia” personale è bassa, più tardi il paziente riprende confidenza con il movimento e con la gestione della sua autonomia nella quotidianità.

Più passa il tempo, più i residui post-operatori e d’atrofia muscolare aumentano e allungano i tempi riabilitativi.

In sostanza il paziente con soglia  dolore molto bassa  avrà più difficoltà a muoversi se non aiutato, soprattutto  nei primi giorni,da antinfiammatori e da manovre drenanti per sbloccare il microcircolo, Ogni paziente ha in dote la sua soglia dolore che non può cambiare se non riducendo il dolore e allenandola gradualmente nel tempo.

Il dolore AL MOVIMENTO  per alcune “soglie”diventa irritante, scatenante, amplificante da interromperlo automaticamente.In tale situazione l’ipomobilità si trasforma in immobilità con danni post-operatori maggiori e gravi.

Il dolore NOTTURNO che spesso accompagna gran parte del percorso riabilitativo dipende invece dall’ulteriore ischemia che aumenta in tutti i tessuti  già fibrosi, anelastici, atrofici ed ischemici con la riduzione delle attività funzionali automatiche e del conseguente microcircolo locale.

Il dolore METEOROPATICO del tutto sovrapponibile a quello notturno poiché la bassa pressione crea anch’essa ischemia tissutale e ossea ancora più marcata che per rientrare ha bisogno di farmaci e di un lunghissimo riscaldamento motorio.

Il dolore MUSCOLARE persiste invece fintanto che la vascolarizzazione manuale consente al muscolo di perdere tensione, di non scaricarla sulle  parti molli aumentando l’elasticità di tutta la catena muscolare.

Il dolore al TRATTAMENTO MANUALE pressorio,distorcente, profondo, trasversale è inversamente proporzionale alla soglia personale del paziente. Nel tempo quest’ultima è comunque allenabile con aiuti farmacologici pretrattamento nel primo periodo. Nella soglia molto bassa il paziente non riesce a controllare la parte periferica che in automatico si difende spostandosi e sottraendosi alla manovra.

Il dolore CRONICO invece deve essere supportato anche da blandi antinfiammatori per poter permettere un minimo di movimento per rimettere  in equilibrio le amplificate afferenze e le scarse risposte del 1* o 2° motoneurone nel controllo periferico del dolore. In un lungo percorso ci saranno anche le recidive, ma mai come le precedenti

Concludendo, se il paziente si muove poco e male non ha nessuna colpa, non po’ fare diversamente, perché i suoi automatismi e la soglia dolore non glielo permettono. Può solo essere aiutato con movimenti passivi,  quando i suoi attivi sono troppo dolorosi, con farmaci antinfiammatori, con manovre vascolarizzanti per allenare a alzare la soglia del dolore.